Legambiente Basilicata su chiusura COVA: “Una sana decisione. Finalmente”
Solidarietà ai lavoratori coinvolti dalla sospensione, da parte della Giunta regionale di Basilicata, ma sostegno convinto ad una scelta dettata dalla evidenza della realtà. Qualche settimana fa, a seguito dell’ennesimo episodio di sversamento di greggio, denunciavamo un’incapacità di ENI, ormai cronica, a rispettare la Val d’Agri, dopo vent’anni di una sorta di extraterritorialità di fatto, con relativa impunità connessa.
Nessun ravvedimento in tal senso, invece, considerato che la decisione di sospensione si fonda infatti sulla mancata adozione-da parte di Eni- di misure preventive e di ripristino connesse all’attività del Cova. Eppure dopo l’approvazione della legge sugli ecoreati, 122/2015, con importanti specifiche aggiuntive all’art. 452 c.p., e la lunga sospensione dell’attività del Cova nel 2016 per l’indagine su smaltimento illecito di rifiuti speciali, si sarebbe potuto immaginare un diverso approccio al territorio da parte di questo ‘ingombrante’ ospite. Nulla di tutto ciò, anzi, nella convinzione di poter continuare a gestire una ‘bomba potenziale’ secondo le proprie priorità, limitandosi a fornire garanzie e rassicurazioni inverosimili.
E’ urgente il ripristino di una condizione – degna di uno stato civile – di legalità e trasparenza, una quantificazione e perimetrazione del fenomeno del danno ambientale procurato dell’attività estrattiva, l’avvio di programmi di bonifica e, soprattutto, di compensazione socio-ambientale sono le esigenze strategiche del territorio.
La decisione di sospendere l’attività deve rappresentare un punto di non ritorno, la salute e l’ambiente della Basilicata prima di qualsiasi altro interesse: finalmente.