giovedì 24 luglio 2014

Partecipa a un campo di volontariato estivo

Impegno civile e cura dei territori in Italia e all'estero. Azioni concrete da condividere con i tuoi compagni di viaggio per un mondo migliore. Un campo di volontariato è un'esperienza da non perdere. Iscriviti subito.           

Si apre la stagione estiva dei campi di volontariato organizzati da Legambiente. Un'offerta vastissima di proposte per difendere le risorse che ci appartengono. Il tempo messo al servizio del bene comune non è mai sprecato, lascia un segno tangibile nei territori e nelle persone che incontrerete. Un'esperienza da cui uscirete senza dubbio arricchiti di nuove esperienze e amicizie.

lunedì 14 luglio 2014

Petrolio, dichiarazioni Renzi Corriere della Sera

La risposta di Legambiente Basilicata: “Il no al petrolio non è solo una fissa degli ambientalisti ma la condizione necessaria per avviare anche nel nostro Paese una vera rivoluzione energetica”
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Il no al petrolio non è solo una fissa degli ambientalisti, come sostiene il presidente Renzi, ma la condizione necessaria per avviare anche nel nostro Paese una rivoluzione energetica, garantendo uno sviluppo futuro, anche sul piano economico, sicuramente molto più sostenibile e duraturo”.
E’ la risposta di Legambiente Basilicata alle dichiarazioni del presidente del Consiglio Renzi apparse in un’intervista domenica sul Corriere delle Sera. Sul petrolio il presidente ha affermato la sua volontà di raddoppiare la produzione di petrolio in Italia (che dovrà avvenire quasi tutta in Basilicata) affermando che questo darà lavoro a 40 mila persone.
È stupefacente la superficialità con cui il Presidente del Consiglio passa sui territori e sulle persone, con l’incanto magico dei posti di lavoro, addirittura 40.000!
Peccato che fra 3 giorni l’Eni in Basilicata presenterà in pompa magna il suo “local report 2013” in cui dichiara, secondo noi sempre in maniera un po’ “ottimistica”, 348 occupati diretti nel distretto meridionale e 2.533 occupati indiretti.
Se fosse vero, ma non lo è, che il raddoppio della produzione porterà un raddoppio degli occupati ecco che al più avremo poco più di 2.500 nuovi occupati.
Se i conti si fanno così i problemi del lavoro in Italia il governo li risolverà in qualche settimana.
Investire oggi in efficienza energetica e fonti rinnovabili porterebbe nei prossimi anni i nuovi occupati a 250 mila unità, molto ma molto di più, dei nuovi addetti diretti ed indiretti dell’industria petrolifera italiana.
Altro che petrolio, se veramente vuole rompere con il passato e giocare un ruolo strategico nel dibattito energetico internazionale, Renzi deve portare ben altri dati nel dibattito internazionale: 2629 Comuni autonomi rispetto ai consumi elettrici e 79 rispetto a quelli termici delle famiglie. Oltre 700 mila impianti che producono energia da fonti rinnovabili che hanno garantito il 32,9 % dei consumi elettrici e il 15% di quelli complessivi. Non dimentichiamo, inoltre, che il nostro Paese è riuscito ad essere totalmente autonomo dalle fonti fossili per due ore lo scorso 16 giugno.
Queste sono le eccellenze del nostro Paese che dobbiamo portare con orgoglio e convinzione nel dibattito internazionale sulle strategie energetiche. Sui tavoli europei se vuole fare colpo parli di rinnovabili ed efficienza energetica e non spiegando che in Italia riusciremo con una operazione magica a produrre in più lo 0,5 % del petrolio consumato nella UE in un anno.
Continuare a rilanciare l’estrazione di idrocarburi è solo il risultato di una strategia insensata che non garantisce nessun futuro energetico per il nostro Paese.
L'Italia non ha bisogno di maggiori quantità di idrocarburi da utilizzare, ma di spendere meno per la sua energia, aumentando l’efficienza e il ricorso alle fonti realmente convenienti che sono quelle rinnovabili, che il Governo Renzi però rischia di mettere in ginocchio con le misure punitive dello “spalmaincentivi'”.

venerdì 11 luglio 2014

E' necessario il controllo!


Abbiamo appena visto le immagini pubblicate da Karacteria, non è accettabile che si continua a non vedere ciò che succede nella Riserva Regionale "Bosco Pantano" di Policoro.
Più volte sono accaduti episodi del genere, ma dopo la notizia nulla di fatto.
Eppure, la presenza di animali in via di estinzione( la lontra) nel nostro territorio è una realtà, quindi non possiamo ASSOLUTAMENTE far finta di niente sul bracconaggio, sui controlli, sulle misure di sicurezza, sulla salvaguardia, sulla tutela,......
Riproponiamo le immagini, purtroppo non belle, gentilmente concesse dall'ass.Karacteria.

mercoledì 9 luglio 2014

FOTO dei prelievi lungo la costa ionica

23/06/2014
Basilicata
Metaponto (MT)
Foce del fiume Basento

23/06/2014
Basilicata
Policoro (MT)
Zona industriale
Foce del fiume Sinni

23/06/2014
Basilicata
Scanzano Jonico (MT)
Foce del canale della Bufaloria


I  DATI  SONO LEGGIBILI NEL  POST  PRECEDENTE

sabato 5 luglio 2014

I DATI di Goletta Verde in BASILICATA



Ancora criticità alle foci dei fiumi Basento, Bufaloria e Sinni

Tre dei quattro punti monitorati da Goletta Verde sono risultati fuorilegge.     Anche l’Ue bacchetta la Basilicata: 41 agglomerati urbani in procedura di infrazione per scarichi non depurati adeguatamente.  
Ci sono ancora molte criticità sul fronte della depurazione in Basilicata: su quattro punti critici monitorati da Legambiente ben tre sono risultati fortemente inquinanti, evidenziando come le foci di alcuni fiumi continuano a sversare a mare carichi inquinanti che possono compromettere la qualità del mare lucano. Una criticità evidenziata anche dall’Unione europea che alla vigilia della stagione balneare ha avviato una nuova procedura di infrazione ai danni dell’Italia per la scarsa capacità depurativa che coinvolge ben 41 agglomerati urbani della Basilicata, per un totale di oltre 350mila abitanti equivalenti non serviti da un efficiente sistema depurativo. A preoccupare è però anche il rischio di compromettere l’immenso patrimonio costiero della regione, già trasformato inesorabilmente - secondo il dossier di Legambiente – del 27 per cento che ancora oggi presenta importanti caratteristiche di naturalità. Per questo da Goletta Verde arriva l’appello alla Regione non solo di risolvere al più presto le criticità del sistema depurativo, ma anche di fissare un vincolo di inedificabilità assoluta per tutte le aree costiere ancora libere dall'edificato di almeno 1 chilometro dal mare e approvare un Piano paesaggistico che stralci le previsioni edificatorie previste lungo la costa.
È questa la fotografia scattata dalla celebre campagna di Legambiente dedicata al monitoraggio ed all’informazione sullo stato di salute delle coste e delle acque italiane, realizzata anche grazie al contributo del COOU, Consorzio Obbligatorio degli Oli Usati, che ha fatto tappa in Basilicata. L’istantanea regionale sulle acque costiere dell’equipe tecnica della Goletta Verde è stata presentata questa mattina, in conferenza stampa a Maratea da Serena Carpentieri, portavoce di Goletta Verde, Marco De Biasi, presidente di Legambiente Basilicata e Valeria Tempone, Legambiente Basilicata.  Nel corso dell’incontro è stato presentato anche il dossier “La costa lucana, da Metaponto a Maratea: l'aggressione del cemento e i cambiamenti del paesaggio”.
L’obiettivo del monitoraggio di Goletta Verde è quello di individuare i punti critici di una regione, analizzando il carico batterico che arriva in mare. Anche nel caso della Basilicata, dunque, l’attenzione è stata focalizzata soprattutto alle foci e in tratti “sospetti” segnalati dai cittadini, attraverso il servizio SOS Goletta(www.legambiente.it/sosgoletta). Legambiente, è bene ribadirlo effettua un’istantanea che non vuole sostituirsi ai monitoraggi ufficiali e non assegna patenti di balneabilità. È evidente, però, che i punti critici evidenziati dai nostri monitoraggi meritano un approfondimento da parte degli enti competenti.
 “Il nostro Paese vive un vero e proprio deficit depurativo,  basti pensare che gli scarichi del 22% della popolazione italiana non vengono correttamente depurati e rischiano di provocare l’inquinamento del mare, dei fiumi e dei laghi afferma Serena Carpentieri, portavoce di Goletta Verde-. L’insufficiente depurazione è purtroppo un problema che non risparmia neanche la Basilicata, come dimostrano i dati di Goletta Verde ma soprattutto così come ci dice anche l’Unione Europea che ha inserito ben 41 agglomerati urbani della Basilicata nella nuova procedura di infrazione per il mancato adeguamento alla direttiva sul trattamento dei reflui che ha colpito l’Italia nei mesi scorsi. Questi agglomerati risultano non conformi all’art.4 in quanto non è stato dimostrato che tutto il carico generato riceve un adeguato trattamento secondario. E di questo siamo preoccupati, da un lato per le salate multe che potrebbero incombere su questa regione e dall’altro perché si rischia di non tutelare a sufficienza territorio meraviglioso che fa del turismo e della sostenibilità una carta vincente per superare la crisi. Ci auguriamo, quindi, che le nostre indagini possano servire da approfondimento e che gli enti preposti, Regioni e Amministrazioni comunali possano dare priorità politica e di intervento al miglioramento del sistema depurativo”.

I prelievi e le analisi di Goletta Verde sono stati eseguiti dal laboratorio mobile di Legambiente il 21 e 23 giugno scorso. I parametri indagati sono microbiologici (enterococchi intestinali, Escherichia coli) e vengono considerati come “inquinati” i risultati che superano i valori limite previsti dalla normativa sulle acque di balneazione vigente in Italia (Dlgs 116/2008 e decreto attuativo del 30 marzo 2010) e “fortemente inquinati” quelli che superano di più del doppio tali valori.
Secondo i monitoraggi di Goletta Verde è risultato “fortemente inquinato” il prelievo effettuato alla foce del fiume Basento, in località Torre a Mare di Metaponto. Un corso d’acqua già fortemente stressato dai carichi inquinanti industriali che riceve nell’ultimo tratto del suo corso che Goletta non analizza, ma che certo non contribuiscono a migliorare lo stato di salute del fiume.
 Giudicate "inquinate", invece, le acque campionate a Scanzano Jonico (alla foce del canale della Bufaloria a Lido Torre) e a Policoro (alla foce del fiume Sinni, nella zona industriale). Entro i limiti è risultato soltanto il campionamento effettuato a Marina di Maratea (spiaggia nei pressi della stazione).
Oltre al problema della depurazione Legambiente chiede di prestare maggiore attenzione anche all’aggressione del consumo di suolo costiero.
“Per la costa tirrenica, già tutelata dal Sic e per la quale si attende ancora l’istituzione dell’Area marina protetta, e per tutto l’arco ionico è prioritaria la necessità di intervenire con provvedimenti di tutela che evitino l’ampliamento dei centri esistenti verso il mare o la creazione di nuovi complessi  – dichiara Marco De Biasi, presidente di Legambiente Basilicata - e di aprire un ragionamento che guardi al futuro risulta fondamentale per la costa lucana. Per questo alla Regione chiediamo di fissare un vincolo di inedificabilità assoluta per tutte le aree costiere ancora libere dall'edificato di almeno 1 chilometro dal mare, e di tutelare il territorio agricolo alle spalle della Pineta nella costa Jonica, attraverso l'approvazione di un piano paesaggistico delle aree costiere con una norma che intervenga anche nei confronti dei piani regolatori vigenti per stralciarne le previsioni edificatorie. Si tratterebbe di una chiara indicazione di tutela che è la precondizione per ragionare in maniera trasparente e condivisa di interventi di riqualificazione delle parti costruite, per valorizzarne le potenzialità turistiche, attraverso interventi che intervengano sulla messa in sicurezza statico, sull’efficienza energetica, sulla qualità ambientale”.
Lo studio di Legambiente, dedicato alla trasformazione del paesaggio costiero lucano, ha analizzato i 70,4 chilometri di coste, divisi tra litorale ionico e tirrenico (rispettivamente di 43 e 27,4 chilometri) e mette in evidenza come il 27% risulta trasformata da usi urbani e infrastrutturali. Più precisamente sono 7,4 i chilometri occupati da tessuti urbani poco densi, 45 chilometri di costa risultano con caratteri naturali e 5,7 chilometri si possono considerare paesaggi. A questa prima analisi si è aggiunta una seconda indagine, riguardante la morfologia della linea di costa: sono 44 i chilometri di spiaggia, mentre 19 sono i chilometri di costa rocciosa, 7,4 i chilometri di costa sono stati trasformati, in maniera irreversibile, con banchine e riempimenti legati agli usi portuali. Grazie allo studio di Legambiente è stato fatto un confronto con quella che era l'occupazione della costa nel 1988. Sovrapponendo le foto satellitari è stato possibile misurare il consumo di costa negli anni intercorrenti tra il 1988 e il 2011: dall'analisi si evince che in questo lasso temporale alcuni centri, come Acquafredda e Marina di Maratea sulla costa tirrenica, sono cresciuti sensibilmente come densità e il porto di Maratea ha visto la trasformazione del suo molo principale. Lungo la costa Jonica di rilevante c’è la costruzione del porto e dell’insediamento turistico di Marinagri, e di tre complessi turistici immediatamente alle spalle della pineta che occupano complessivamente oltre 76 ettari. 
Lo studio ha, inoltre, evidenziato che il 25% della costa risulta sotto tutela ambientale. Lungo la costa ionica, neanche la presenza di una vasta fascia di pineta tutelata come Sito d’interesse comunitario (Sic), della Riserva Naturale di Metaponto e della Riserva Regionale tra Policoro e la foce del fiume Sinni, è riuscita a scongiurare interventi edilizi consistenti nel tratto più prossimo al mare come in tutta la fascia alle spalle della pineta e intorno ai fiumi.
Anche quest’anno il Consorzio Obbligatorio degli Oli Usati, che da 30 anni si occupa della raccolta e del riciclo dell’olio lubrificante usato su tutto il territorio nazionale, è main partner della storica campagna estiva di Legambiente. “La difesa dell’ambiente, e del mare in particolare, rappresenta uno dei capisaldi della nostra azione”, spiegaAntonio Mastrostefano, direttore della Comunicazione del COOU. L’olio usato si recupera alla fine del ciclo di vita dei lubrificanti nei macchinari industriali, ma anche nelle automobili, nelle barche e nei mezzi agricoli di ciascun cittadino. “Se eliminato in modo scorretto questo rifiuto pericoloso può danneggiare l’ambiente in modo gravissimo: 4 chili di olio usato, il cambio di un’auto, se versati in mare inquinano una superficie grande come sei piscine olimpiche”. A contatto con l’acqua, l’olio lubrificante usato crea una patina sottile che impedisce alla flora e alla fauna sottostante di respirare. Lo scorso anno in Basilicata il COOU ha raccolto 1.049 tonnellate di olio usato – 664 in provincia di Potenza e 385 in provincia di Matera - evitandone così lo sversamento nell’ambiente. 

I RISULTATI DELLE ANALISI DI GOLETTA VERDE DEL MARE IN BASILICATA*
 *prelievi effettuati tra  21 e il 23 giugno 2014

COMUNE
LOCALITÀ
PUNTO
GIUDIZIO

Maratea
Marina di Maratea
Spiaggia pressi stazione di Marina di Maratea - fine via Calaficarra
Entro i Limiti

Metaponto
Torre a Mare
Foce del fiume Basento
Fortemente Inquinato

Scanzano Jonico
Lido Torre
Foce del canale della Bufaloria
Inquinato

Policoro
Zona industriale
Foce del fiume Sinni
Inquinato


Il Monitoraggio scientifico
I prelievi e le analisi di Goletta Verde vengono eseguiti dal laboratorio mobile di Legambiente che anticipa il viaggio dell’imbarcazione a bordo di un laboratorio mobile attrezzato. I campioni per le analisi microbiologiche sono prelevati in barattoli sterili e conservati in frigorifero, fino al momento dell’analisi, che avviene nel laboratorio mobile lo stesso giorno di campionamento o comunque entro le 24 ore dal prelievo. I parametri indagati sono microbiologici (enterococchi intestinali, escherichia coli) e chimico-fisici (temperatura dell’acqua, pH, ossigeno disciolto, conducibilità / salinità). Le analisi chimiche vengono effettuate direttamente in situ con l’ausilio di strumentazione da campo.
Il numero dei campionamenti effettuati viene definito in proporzione ai chilometri di costa di ogni regione.

LEGENDA
Facendo riferimento ai valori limite previsti dalla normativa sulle acque di balneazione vigente in Italia (Dlgs 116/2008 e decreto attuativo del 30 marzo 2010) i giudizi si esprimono sulla base dello schema seguente:
INQUINATO = Enterococchi intestinali maggiori di 200 UFC/100 ml e/o Escherichia Coli maggiori di 500 UFC/100ml
FORTEMENTE INQUINATO = Enterococchi intestinali maggiori di 400 UFC/100 ml e/o Escherichia Coli maggiori di 1000 UFC/100 ml

Su www.legambiente.it/golettaverde sezione Analisi è possibile visualizzare la mappa interattiva del monitoraggio, con i punti di campionamento e i risultati delle analisi.
Pubblicato il05 luglio 2014

giovedì 3 luglio 2014

REGIONI IMBOTTIGLIATE

Legambiente e Altraeconomia denunciano il business dell'acqua in bottiglia, un giro d’affari da 2,3 miliardi di euro in mano a poche società. Ridicoli i canoni chiesti dalle Regioni 

L’acqua in bottiglia non conosce crisi. Nel 2012 i consumi sono addirittura cresciuti rispetto all’anno precedente, passando a 192 litri d’acqua minerale per abitante. Più di una bottiglietta da mezzo litro al giorno a testa -nell’80% dei casi di plastica- che conferma il primato europeo del nostro Paese: 12,4 miliardi di litri imbottigliati,  per un giro d’affari da 2,3 miliardi di euro in mano a 156 società e 296 diversi marchi. Un’attività che ha un grande impatto ambientale. Per soddisfare l’incomprensibile sete di acqua minerale degli italiani vengono infatti utilizzate oltre 6 miliardi di bottiglie di plastica da 1,5 litri, per un totale di più di 450 mila tonnellate di petrolio utilizzate e oltre 1,2 milioni di tonnellate di CO2 emesse. Impatti importanti che garantiscono elevatissimi profitti esclusivamente alle società che gestiscono questo business, agevolate da canoni a macchia di leopardo e sempre estremamente vantaggiosi.
È questo il quadro che emerge da “Regioni Imbottigliate”, l’indagine annuale di Legambiente e Altreconomia sui canoni di imbottigliamento dell’acqua. All’industria delle acque minerali, in quasi tutte le Regioni italiane, vengono richiesti importi ridicoli, a volte addirittura stabiliti senza prendere in considerazione i volumi emunti o imbottigliati. Una vera e propria regalia di un bene pubblico che appartiene a tutti i cittadini. Leggi tutto
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martedì 1 luglio 2014

Bandiera nera al Ministro Guidi per le perforazioni in mare



Dossier Mare Monstrum

Bandiera Nera al Ministro Guidi per le perforazioni in mare

Legambiente Basilicata: “Il mare lucano messo in pericolo come il resto del territorio della nostra regione. Pittella superi la logica della mera compensazione a discapito dell’energia pulita, del turismo sostenibile e dell’agricoltura”.

Salpa la Goletta Verde per proteggere il nostro ecosistema marino 
Il 4 e il 5 Luglio tappa a Maratea

Il 25 giugno inizierà il viaggio della Goletta dei laghi
Si concluderà in Basilicata il 31 luglio al Pertusillo


C’è anche il Ministro dello sviluppo economico Federica Guidi tra gli assegnatari delle 5 bandiere nere che Legambiente ha assegnato quest’anno per i progetti o le iniziative ai danni del mare. Alla Guidi il demerito di aver rilanciato le estrazioni petrolifere nel mare italiano. Nelle ultime settimane, infatti, il ministro è tornata più volte sulla necessità di puntare sui giacimenti di petrolio nazionale e di sbloccare le attività estrattive, tra cui le numerose richieste off-shore che oggi attendono di andare avanti. Prima ancora che le gravi conseguenze ambientali che un’attività di questo tipo in caso di incidente può causare nel bacino del Mediterraneo, è lo stesso ministero, con i dati che pubblica annualmente sulle riserve certe di petrolio, a smentire l’efficacia di questa strategia. Le quantità stimate sotto il mare italiano sono di appena 10 milioni di tonnellate e, stando ai consumi attuali, si esaurirebbero in soli due mesi. Continuare a rilanciare l’estrazione di idrocarburi nel mare Adriatico, nello Ionio, nel Canale di Sicilia e, più in generale, nel Mediterraneo, è solo il risultato di una strategia insensata che non garantisce nessun futuro energetico per il nostro Paese. Un discorso che, tra l’altro, per la Basilicata riguarda purtroppo l’intero territorio e non solo il mare e rispetto al quale non solo continuiamo a dichiararci contrari ma a chiedere al presidente Pittella risposte chiare e posizioni precise. Deve cambiare l’agenda politica dell’attuale governo regionale che individua nel petrolio una risorsa per lo sviluppo della nostra regione, secondo una logica di compensazione che guarda al mero aspetto economico, ai danni dell’energia pulita, del turismo sostenibile e dell’agricoltura.

L’assegnazione arriva in occasione della partenza di Goletta Verde e della presentazione del Dossier Mare Monstrum. Tra mare e costa, nel 2013 forze dell’ordine e capitanerie di porto hanno accertato quasi 40 infrazioni al giorno, per l’esattezza 14.504. La pesca di frodo rappresenta il 42% di questa illegalità; le forze dell’ordine hanno sequestrato di più di 1 milione e 600 mila chilogrammi di pescato e le regioni più coinvolte sono Puglia, Campania, Sicilia, Calabria e Veneto. Più del 22% dei reati (3.264) riguarda, invece, lo scarico abusivo in mare per colpa di mala depurazione e scarichi fognari e per lo sversamento di idrocarburi. Quasi il 19% (2.742 reati) è stato registrato nel campo della violazione del codice della navigazione e il 16,6% nel ciclo del cemento, con la bellezza di 2.412 reati messi a verbale. 

Questi dati, contenuti nel dossier di Legambiente Mare Monstrum 2014, confermano l’aumento del numero di reati che è stato costante negli ultimi 4 anni. Rispetto al 2012 si registra un incremento complessivo del 7,3%, mentre l’aumento più significativo di reati si è riscontrato nel settore della depurazione con un’impennata del 26%. L’unica eccezione riguarda il ciclo illegale del cemento, calato del 15,8%, ma che registra la cifra più alta del business del “mare illegale”, oltre 266 milioni di euro, su un totale di quasi mezzo miliardo di euro accumulato commettendo eco-crimini fra mare e terraferma. 

E per completare il quadro del “mare inquinato”, occorre sottolineare ancora una volta i problemi strutturali del sistema di depurazione in Italia, che copre solo il 78,5% della popolazione. Un dato decisamente troppo basso rispetto agli obiettivi europei, che, dopo due sentenze di condanna già pervenute, ci è valso nel 2014 l’apertura della terza procedura d’infrazione per il mancato rispetto della direttiva europea del 1991 sul trattamento delle acque reflue urbane. 

Per questo, la Goletta Verde di Legambiente effettuerà un monitoraggio di 200 punti critici legati a problemi di depurazione. La storica imbarcazione, con il laboratorio mobile che la accompagna via terra, farà 32 tappe lungo la costa, svolgendo sui campioni d’acqua prelevati le analisi previste dalla legge e fornendo i risultati in tempo reale, ma si occuperà anche di consumo di suolo costiero e di trivellazioni offshore. Il giro si concluderà il 14 agosto in Friuli Venezia Giulia. In Basilicata la Goletta farà tappa a Maratea il 4 e 5 luglio prossimi.

Del monitoraggio degli ambienti lacustri e del danno rappresentato anche in questo caso da abusivismo e illegalità di vario genere si occuperà invece la campagna di Legambiente Goletta dei laghi che partirà il 25 giugno dal Lago d’Iseo. Farà 11 tappe e si concluderà in Basilicata il 31 luglio sul Pertusillo. Attraverso un attento monitoraggio scientifico, anche in questo caso l’obiettivo del viaggio è quello di informare e sensibilizzare i cittadini sui rischi legati agli scarichi inquinanti e sull’importanza di proteggere la biodiversità e l’equilibrio degli ecosistemi dalle aggressioni dell’abusivismo e dell’incuria. Molti laghi italiani infatti sono minacciati da inquinamento, cattiva depurazione, captazioni eccessive, consumo di suolo e sovrasfruttamento. Anche la Goletta dei laghi è realizzata grazie alla collaborazione di COOU (main partner), di Novamont e di Nau! (partner tecnici).

Cittadini e turisti possono inviare le loro segnalazioni sull’inquinamento del mare e dei laghi a SOS Goletta scrivendo a sosgoletta@legambiente.it o mandando un sms al 346.007.4114

http://www.legambiente.it/golettaverde

http://www.legambiente.it/contenuti/articoli/goletta-dei-laghi-2014