giovedì 25 ottobre 2012

L'ITALIA.............e le multe!




Nel pacchetto mensile di infrazioni adottato dalla Commissione Ue, il responsabile per l'Ambiente, Janez Potocnik, ha deciso - oltre al deferimento del nostro paese alla Corte di giustizia - una stangata: è stata chiesta un'ammenda forfettaria di 56 milioni di euro e un'ammenda giornaliera di 256.819 euro "per ogni giorno successivo alla seconda sentenza fino al giorno della regolarizzazione dell'infrazione". Allo stato attuale, denuncia la Commissione europea, "i problemi sussistono ancora in quasi tutte le regioni italiane, e le misure in vigore non sono sufficienti per risolvere il problema a lungo termine". Oggi in Italia si contano 255 discariche da bonificare: di queste 16 contengono rifiuti pericolosi. "Nonostante gli impegni assunti delle autorità italiani nel 2007, solo 31 discariche problematiche - lamenta la Commissione Ue - saranno bonificate per la fine del 2012". Inoltre un calendario completo per l'ultimazione dei lavori è stato programmato ''solo per 132 discariche su 255". Ancora, la Commissione lamenta la mancanza di informazioni che attestino l'esistenza di un sistema di controllo "adeguato" per evitare il proliferare di nuove discariche abusive. Per tutti questi motivi l'esecutivo comunitario ha deciso di adottare la linea dura nei confronti dell'Italia: richiesta di ammenda da 28.089 euro al giorno tra le due sentenze della corte (per un totale di 56 milioni di sanzione forfettaria).
“La maxi multa di 56 milioni di euro inflitta all'Italia e il suo deferimento di fronte alla Corte di Giustizia, per l’attività e la mancata bonifica di centinaia di discariche non a norma presenti sul territorio, era del tutto prevedibile. Era impossibile che l’Unione Europea optasse per un condono nei confronti del nostro Paese. Ora si dovranno spendere i soldi dei cittadini per pagare una multa salatissima, invece di investirli nella diffusione del porta a porta in tutte le città italiane e nella costruzione di altri impianti di riciclaggio”, così Stefano Ciafani, vice-presidente nazionale di Legambiente, commenta il deferimento dell’Italia alla Corte Ue per la questione delle discariche non a norma.

“Sono anni – aggiunge Ciafani - che contestiamo l’assenza di una politica nazionale per ridurre lo smaltimento in discarica, che purtroppo rimane ancora oggi nel nostro Paese la principale opzione di gestione dei rifiuti. Abbiamo sempre sostenuto che la fondamentale leva da muovere sia quella economica. Da qui la richiesta di modificare la vecchia legge del ’95, che ha istituito l’ecotassa e che ancora oggi arriva a un tetto massimo di soli 25 euro a tonnellata. Solo togliendo quel tetto massimo avremmo potuto tartassare lo smaltimento in discarica. Il Parlamento in questo ultimo scorcio di legislatura approvi subito una legge che modifichi quella del 1995 ”.