giovedì 3 luglio 2014

REGIONI IMBOTTIGLIATE

Legambiente e Altraeconomia denunciano il business dell'acqua in bottiglia, un giro d’affari da 2,3 miliardi di euro in mano a poche società. Ridicoli i canoni chiesti dalle Regioni 

L’acqua in bottiglia non conosce crisi. Nel 2012 i consumi sono addirittura cresciuti rispetto all’anno precedente, passando a 192 litri d’acqua minerale per abitante. Più di una bottiglietta da mezzo litro al giorno a testa -nell’80% dei casi di plastica- che conferma il primato europeo del nostro Paese: 12,4 miliardi di litri imbottigliati,  per un giro d’affari da 2,3 miliardi di euro in mano a 156 società e 296 diversi marchi. Un’attività che ha un grande impatto ambientale. Per soddisfare l’incomprensibile sete di acqua minerale degli italiani vengono infatti utilizzate oltre 6 miliardi di bottiglie di plastica da 1,5 litri, per un totale di più di 450 mila tonnellate di petrolio utilizzate e oltre 1,2 milioni di tonnellate di CO2 emesse. Impatti importanti che garantiscono elevatissimi profitti esclusivamente alle società che gestiscono questo business, agevolate da canoni a macchia di leopardo e sempre estremamente vantaggiosi.
È questo il quadro che emerge da “Regioni Imbottigliate”, l’indagine annuale di Legambiente e Altreconomia sui canoni di imbottigliamento dell’acqua. All’industria delle acque minerali, in quasi tutte le Regioni italiane, vengono richiesti importi ridicoli, a volte addirittura stabiliti senza prendere in considerazione i volumi emunti o imbottigliati. Una vera e propria regalia di un bene pubblico che appartiene a tutti i cittadini. Leggi tutto
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