sabato 5 luglio 2014

I DATI di Goletta Verde in BASILICATA



Ancora criticità alle foci dei fiumi Basento, Bufaloria e Sinni

Tre dei quattro punti monitorati da Goletta Verde sono risultati fuorilegge.     Anche l’Ue bacchetta la Basilicata: 41 agglomerati urbani in procedura di infrazione per scarichi non depurati adeguatamente.  
Ci sono ancora molte criticità sul fronte della depurazione in Basilicata: su quattro punti critici monitorati da Legambiente ben tre sono risultati fortemente inquinanti, evidenziando come le foci di alcuni fiumi continuano a sversare a mare carichi inquinanti che possono compromettere la qualità del mare lucano. Una criticità evidenziata anche dall’Unione europea che alla vigilia della stagione balneare ha avviato una nuova procedura di infrazione ai danni dell’Italia per la scarsa capacità depurativa che coinvolge ben 41 agglomerati urbani della Basilicata, per un totale di oltre 350mila abitanti equivalenti non serviti da un efficiente sistema depurativo. A preoccupare è però anche il rischio di compromettere l’immenso patrimonio costiero della regione, già trasformato inesorabilmente - secondo il dossier di Legambiente – del 27 per cento che ancora oggi presenta importanti caratteristiche di naturalità. Per questo da Goletta Verde arriva l’appello alla Regione non solo di risolvere al più presto le criticità del sistema depurativo, ma anche di fissare un vincolo di inedificabilità assoluta per tutte le aree costiere ancora libere dall'edificato di almeno 1 chilometro dal mare e approvare un Piano paesaggistico che stralci le previsioni edificatorie previste lungo la costa.
È questa la fotografia scattata dalla celebre campagna di Legambiente dedicata al monitoraggio ed all’informazione sullo stato di salute delle coste e delle acque italiane, realizzata anche grazie al contributo del COOU, Consorzio Obbligatorio degli Oli Usati, che ha fatto tappa in Basilicata. L’istantanea regionale sulle acque costiere dell’equipe tecnica della Goletta Verde è stata presentata questa mattina, in conferenza stampa a Maratea da Serena Carpentieri, portavoce di Goletta Verde, Marco De Biasi, presidente di Legambiente Basilicata e Valeria Tempone, Legambiente Basilicata.  Nel corso dell’incontro è stato presentato anche il dossier “La costa lucana, da Metaponto a Maratea: l'aggressione del cemento e i cambiamenti del paesaggio”.
L’obiettivo del monitoraggio di Goletta Verde è quello di individuare i punti critici di una regione, analizzando il carico batterico che arriva in mare. Anche nel caso della Basilicata, dunque, l’attenzione è stata focalizzata soprattutto alle foci e in tratti “sospetti” segnalati dai cittadini, attraverso il servizio SOS Goletta(www.legambiente.it/sosgoletta). Legambiente, è bene ribadirlo effettua un’istantanea che non vuole sostituirsi ai monitoraggi ufficiali e non assegna patenti di balneabilità. È evidente, però, che i punti critici evidenziati dai nostri monitoraggi meritano un approfondimento da parte degli enti competenti.
 “Il nostro Paese vive un vero e proprio deficit depurativo,  basti pensare che gli scarichi del 22% della popolazione italiana non vengono correttamente depurati e rischiano di provocare l’inquinamento del mare, dei fiumi e dei laghi afferma Serena Carpentieri, portavoce di Goletta Verde-. L’insufficiente depurazione è purtroppo un problema che non risparmia neanche la Basilicata, come dimostrano i dati di Goletta Verde ma soprattutto così come ci dice anche l’Unione Europea che ha inserito ben 41 agglomerati urbani della Basilicata nella nuova procedura di infrazione per il mancato adeguamento alla direttiva sul trattamento dei reflui che ha colpito l’Italia nei mesi scorsi. Questi agglomerati risultano non conformi all’art.4 in quanto non è stato dimostrato che tutto il carico generato riceve un adeguato trattamento secondario. E di questo siamo preoccupati, da un lato per le salate multe che potrebbero incombere su questa regione e dall’altro perché si rischia di non tutelare a sufficienza territorio meraviglioso che fa del turismo e della sostenibilità una carta vincente per superare la crisi. Ci auguriamo, quindi, che le nostre indagini possano servire da approfondimento e che gli enti preposti, Regioni e Amministrazioni comunali possano dare priorità politica e di intervento al miglioramento del sistema depurativo”.

I prelievi e le analisi di Goletta Verde sono stati eseguiti dal laboratorio mobile di Legambiente il 21 e 23 giugno scorso. I parametri indagati sono microbiologici (enterococchi intestinali, Escherichia coli) e vengono considerati come “inquinati” i risultati che superano i valori limite previsti dalla normativa sulle acque di balneazione vigente in Italia (Dlgs 116/2008 e decreto attuativo del 30 marzo 2010) e “fortemente inquinati” quelli che superano di più del doppio tali valori.
Secondo i monitoraggi di Goletta Verde è risultato “fortemente inquinato” il prelievo effettuato alla foce del fiume Basento, in località Torre a Mare di Metaponto. Un corso d’acqua già fortemente stressato dai carichi inquinanti industriali che riceve nell’ultimo tratto del suo corso che Goletta non analizza, ma che certo non contribuiscono a migliorare lo stato di salute del fiume.
 Giudicate "inquinate", invece, le acque campionate a Scanzano Jonico (alla foce del canale della Bufaloria a Lido Torre) e a Policoro (alla foce del fiume Sinni, nella zona industriale). Entro i limiti è risultato soltanto il campionamento effettuato a Marina di Maratea (spiaggia nei pressi della stazione).
Oltre al problema della depurazione Legambiente chiede di prestare maggiore attenzione anche all’aggressione del consumo di suolo costiero.
“Per la costa tirrenica, già tutelata dal Sic e per la quale si attende ancora l’istituzione dell’Area marina protetta, e per tutto l’arco ionico è prioritaria la necessità di intervenire con provvedimenti di tutela che evitino l’ampliamento dei centri esistenti verso il mare o la creazione di nuovi complessi  – dichiara Marco De Biasi, presidente di Legambiente Basilicata - e di aprire un ragionamento che guardi al futuro risulta fondamentale per la costa lucana. Per questo alla Regione chiediamo di fissare un vincolo di inedificabilità assoluta per tutte le aree costiere ancora libere dall'edificato di almeno 1 chilometro dal mare, e di tutelare il territorio agricolo alle spalle della Pineta nella costa Jonica, attraverso l'approvazione di un piano paesaggistico delle aree costiere con una norma che intervenga anche nei confronti dei piani regolatori vigenti per stralciarne le previsioni edificatorie. Si tratterebbe di una chiara indicazione di tutela che è la precondizione per ragionare in maniera trasparente e condivisa di interventi di riqualificazione delle parti costruite, per valorizzarne le potenzialità turistiche, attraverso interventi che intervengano sulla messa in sicurezza statico, sull’efficienza energetica, sulla qualità ambientale”.
Lo studio di Legambiente, dedicato alla trasformazione del paesaggio costiero lucano, ha analizzato i 70,4 chilometri di coste, divisi tra litorale ionico e tirrenico (rispettivamente di 43 e 27,4 chilometri) e mette in evidenza come il 27% risulta trasformata da usi urbani e infrastrutturali. Più precisamente sono 7,4 i chilometri occupati da tessuti urbani poco densi, 45 chilometri di costa risultano con caratteri naturali e 5,7 chilometri si possono considerare paesaggi. A questa prima analisi si è aggiunta una seconda indagine, riguardante la morfologia della linea di costa: sono 44 i chilometri di spiaggia, mentre 19 sono i chilometri di costa rocciosa, 7,4 i chilometri di costa sono stati trasformati, in maniera irreversibile, con banchine e riempimenti legati agli usi portuali. Grazie allo studio di Legambiente è stato fatto un confronto con quella che era l'occupazione della costa nel 1988. Sovrapponendo le foto satellitari è stato possibile misurare il consumo di costa negli anni intercorrenti tra il 1988 e il 2011: dall'analisi si evince che in questo lasso temporale alcuni centri, come Acquafredda e Marina di Maratea sulla costa tirrenica, sono cresciuti sensibilmente come densità e il porto di Maratea ha visto la trasformazione del suo molo principale. Lungo la costa Jonica di rilevante c’è la costruzione del porto e dell’insediamento turistico di Marinagri, e di tre complessi turistici immediatamente alle spalle della pineta che occupano complessivamente oltre 76 ettari. 
Lo studio ha, inoltre, evidenziato che il 25% della costa risulta sotto tutela ambientale. Lungo la costa ionica, neanche la presenza di una vasta fascia di pineta tutelata come Sito d’interesse comunitario (Sic), della Riserva Naturale di Metaponto e della Riserva Regionale tra Policoro e la foce del fiume Sinni, è riuscita a scongiurare interventi edilizi consistenti nel tratto più prossimo al mare come in tutta la fascia alle spalle della pineta e intorno ai fiumi.
Anche quest’anno il Consorzio Obbligatorio degli Oli Usati, che da 30 anni si occupa della raccolta e del riciclo dell’olio lubrificante usato su tutto il territorio nazionale, è main partner della storica campagna estiva di Legambiente. “La difesa dell’ambiente, e del mare in particolare, rappresenta uno dei capisaldi della nostra azione”, spiegaAntonio Mastrostefano, direttore della Comunicazione del COOU. L’olio usato si recupera alla fine del ciclo di vita dei lubrificanti nei macchinari industriali, ma anche nelle automobili, nelle barche e nei mezzi agricoli di ciascun cittadino. “Se eliminato in modo scorretto questo rifiuto pericoloso può danneggiare l’ambiente in modo gravissimo: 4 chili di olio usato, il cambio di un’auto, se versati in mare inquinano una superficie grande come sei piscine olimpiche”. A contatto con l’acqua, l’olio lubrificante usato crea una patina sottile che impedisce alla flora e alla fauna sottostante di respirare. Lo scorso anno in Basilicata il COOU ha raccolto 1.049 tonnellate di olio usato – 664 in provincia di Potenza e 385 in provincia di Matera - evitandone così lo sversamento nell’ambiente. 

I RISULTATI DELLE ANALISI DI GOLETTA VERDE DEL MARE IN BASILICATA*
 *prelievi effettuati tra  21 e il 23 giugno 2014

COMUNE
LOCALITÀ
PUNTO
GIUDIZIO

Maratea
Marina di Maratea
Spiaggia pressi stazione di Marina di Maratea - fine via Calaficarra
Entro i Limiti

Metaponto
Torre a Mare
Foce del fiume Basento
Fortemente Inquinato

Scanzano Jonico
Lido Torre
Foce del canale della Bufaloria
Inquinato

Policoro
Zona industriale
Foce del fiume Sinni
Inquinato


Il Monitoraggio scientifico
I prelievi e le analisi di Goletta Verde vengono eseguiti dal laboratorio mobile di Legambiente che anticipa il viaggio dell’imbarcazione a bordo di un laboratorio mobile attrezzato. I campioni per le analisi microbiologiche sono prelevati in barattoli sterili e conservati in frigorifero, fino al momento dell’analisi, che avviene nel laboratorio mobile lo stesso giorno di campionamento o comunque entro le 24 ore dal prelievo. I parametri indagati sono microbiologici (enterococchi intestinali, escherichia coli) e chimico-fisici (temperatura dell’acqua, pH, ossigeno disciolto, conducibilità / salinità). Le analisi chimiche vengono effettuate direttamente in situ con l’ausilio di strumentazione da campo.
Il numero dei campionamenti effettuati viene definito in proporzione ai chilometri di costa di ogni regione.

LEGENDA
Facendo riferimento ai valori limite previsti dalla normativa sulle acque di balneazione vigente in Italia (Dlgs 116/2008 e decreto attuativo del 30 marzo 2010) i giudizi si esprimono sulla base dello schema seguente:
INQUINATO = Enterococchi intestinali maggiori di 200 UFC/100 ml e/o Escherichia Coli maggiori di 500 UFC/100ml
FORTEMENTE INQUINATO = Enterococchi intestinali maggiori di 400 UFC/100 ml e/o Escherichia Coli maggiori di 1000 UFC/100 ml

Su www.legambiente.it/golettaverde sezione Analisi è possibile visualizzare la mappa interattiva del monitoraggio, con i punti di campionamento e i risultati delle analisi.
Pubblicato il05 luglio 2014