lunedì 30 giugno 2014

Tutti vicino,vicino,......al mare!

COMUNICATO  STAMPA

Domenica mattina, al lido di Policoro, la pineta e addirittura il percorso vita erano popolate non da pedoni ma da automobili conficcate tra gli alberi di pino e la macchia mediterranea.
A ridosso dei bungalows della Provincia di Matera, dove il recinto in legno ormai non esiste da tempo, le auto erano parcheggiate all’ombra dei Tamarix, piante bellissime. Altre auto, invece, sostavano davanti i cancelli delle vie di fuga della pineta.
Bastava fare due passi in più per raggiungere un vasto parcheggio, appena dopo il Residence, il quale stava solitario e desolato a causa della mancanza di automobili, appena due, come ben si vede dalla foto scattata alle ore 12:00,di domenica.
Tutti vogliamo il parcheggio vicino al mare!
Eppure camminare un po’, fa bene alla salute, all’ambiente, alla sicurezza e al portafoglio.
Dobbiamo smetterla di essere egoisti se vogliamo dare una svolta al nostro territorio.
La pineta è un bene pubblico fruibile per tutti, non possiamo trovarci bloccati da un atto di maleducazione in caso di pericolo oppure non  possiamo rischiare di perdere la pineta  a causa di una marmitta non efficiente di un'auto parcheggiata su sterpaglie e capace a sua volta di sviluppare fiamme.
Insomma, i parcheggi ci sono e sono nei luoghi predisposti e non cerchiamo scuse.
Voler distruggere altra natura e dare spazio al cemento  per costruirne altri inutili parcheggi è sbagliato.
Siamo noi che esitiamo ad educarci e non ci impegniamo per una città sostenibile e vivibile!



Policoro, 30/06/2014                                  CIRCOLO  LEGAMBIENTE  POLICORO














sabato 21 giugno 2014

ORTI URBANI


Oggi, 21 giugno 2014, abbiamo consegnato i KIT ai cittadini che ne hanno fatto richiesta.
Il circolo LEGAMBIENTE di Policoro, nei giorni precedenti, ha inviato una lettera formale all'amministrazione comunale, in cui la si invitava a tener presente l'iniziativa "ORTI in FESTA" al fine di poter promuovere anche nella città di Policoro gli ORTI URBANI nei luoghi pubblici e abbandonati.
Abbiamo scattato delle foto nella zona castello, luogo non curato nonostante sia frequentato dai cittadini e, spesso, dai turisti.
Dato che, è in questione il nuovo assetto urbano, perchè non mettere in azione questa operazione che sicuramente donerà BELLEZZA alla nostra città?
QUESTI SONO  I  KIT che legambiente nazionale ha inviato al circolo.
Sono degli attrezzi, dei semi per piantine e una rete, sicuramente non sono sufficienti, per questo è necessaria la collaborazione del comune, ma è un modo per spingere in questa direzione.




























martedì 17 giugno 2014

ORTI in FESTA


Il nostro circolo propone di trasformare questi luoghi pubblici non curati in ORTI URBANI con piante aromatiche mediterranee.
Siamo convinti che trasformarli in spazi puliti e coltivati donerebbero BELLEZZA alla città.
Le foto sono state scattate nella zona pubblica del CASTELLO di Policoro: Nord/Est/Sud/Ovest.













lunedì 16 giugno 2014

ORTI in FESTA


Anche il circolo Legambiente di Policoro ha aderito all'iniziativa nazionale ORTI in FESTA.
Un modo diverso per sensibilizzare l'ente locale a trasformare le zone degradate della città in luoghi di decoro urbano.
A partire da domani inizieremo a pubblicare su questo blog alcuni posti che potrebbero essere trasformati in orti urbani, per donare BELLEZZA alla nostra città.
Infatti, il 21 giugno, è possibile ricevere alcune piantine, inviateci dal nazionale di LEGAMBIENTE, contattando il nostro circolo (338.2936350), al fine di poterle piantumare e, soprattutto con l'impegno di poterle curare durante l'anno, di dare una mano alla nostra città per renderla più bella, più verde e più vivibile.
In questa operazione auspichiamo che ci sia un impegno da parte del comune!
Perchè il circolo intende proporre al comune di Policoro di poter mettere a disposizione degli spazi abbandonati a favore di quei cittadini che intendono trasformare il loro tempo libero in azioni di decoro per la città attraverso l'iniziativa degli ORTI URBANI, come avviene in altre città d'Italia.

Contro il grigiore urbano, per recuperare il rapporto con la terra e suoi prodotti, per città più verdi, belle e vivibili, coltiva un orto!  

Coltivare un orto in città? C'è più di un buon motivo per farlo. Per socializzare, per autoprodurre cibo sicuro, di stagione, a km zero. Per risparmiare. Per non dimenticare saperi contadini e non perdere il rapporto con la terra, per riqualificare spazi abbandonati il cui destino è trasformarsi in piccole, bruttissime discariche. Per frenare l'avanzata del cemento. Per restituire alle periferie colore, bellezza, umanità. Non ultimo per imparare a organizzare, insieme agli altri, azioni coordinate che rispondano ai bisogni della collettività.
Per questo ed altro ancora gli orti urbani e sociali, in genere spazi demaniali dati in concessione ai cittadini che ne fanno richiesta, sono una pratica sempre più diffusa nelle metropoli europee. Una sfida green che Legambiente ha raccolto con molte attività già avviate con successo lungo la Penisola.

Files

S O S mare

Mare sporco o scarichi sospetti? Segnalalo a SOS Goletta

Se ti imbatti in tubature che scaricano nel mare , se avvisti liquidi o sostanze sospette in acqua segnalalo subito a SOS Goletta
Goletta Verde, la campagna di Legambiente per difendere il mare dall'inquinamento e dall'illegalità stanno per prendere il largo. Aiutiamo l'equipaggio a scovare le situazioni da denunciare

Puoi inviare la tua segnalazione anche via SMS o MMS
al numero 346.0074114

Rapporto ECOMAFIA 2014

Dedicato alla memoria di Ilaria Alpi, Milan Hovratin e Roberto Mancini, Legambiente presenta Ecomafia 2014: nomi e numeri dell'illegalità ambientale in Italia

29.274 infrazioni accertate nel 2013, più di 80 al giorno, più di 3 l’ora. In massima parte hanno riguardato il settore agroalimentare: ben il 25% del totale, con 9.540 reati, più del doppio del 2012 quando erano 4.173. Il 22% delle infrazioni ha interessato invece la fauna, il 15% i rifiuti e il 14% il ciclo del cemento. Il fatturato della criminalità ambientale, sempre altissimo nonostante la crisi, ha sfiorato i 15 miliardi.
E' solo un anticipo delle storie e i numeri  di Ecomafia 2014, il dossier di Legambiente che monitora e denuncia puntualmente la situazione della criminalità ambientale. Il rapporto è dedicato alla memoria di Ilaria Alpi e Milan Hovratin e del sostituto commissario di polizia Roberto Mancini, recentemente scomparso per la malattia contratta a causa delle indagini sui traffici dei rifiuti condotte tra Campania e Lazio.
Intanto l’Italia attende ancora l’inserimento dei crimini contro l’ambiente nel Codice Penale. Il Ddl già approvato alla Camera, infatti,  giace in standby al Senato, ritardando ancora quella riforma di civiltà che il Paese attende da oltre 20 anni.Leggi tutto

 Files

martedì 3 giugno 2014

La nostra posizione !

Petrolio, incontro Guidi a Potenza
 
Potenza, 3 Giugno 2014                                                                                                                                                                      Comunicato Stampa

Petrolio, incontro Ministro Guidi
Legambiente Basilicata: “Si decide a tavolino il futuro della Basilicata tenendo fuori dalla porta i cittadini e le questioni ambientali”

“E’ ora che la Regione Basilicata prenda una posizione ferma e decisa rispetto alla questione petrolio: no a ogni ulteriore attività estrattiva, sì alle risorse rinnovabili, efficienza e risparmio”.
E’ quanto auspica Legambiente Basilicata Onlus in occasione dell’incontro del tavolo permanente sul petrolio fra Governo, Regione, organizzazioni datoriali e sindacali che si terrà domani a Potenza.
Nonostante le rassicurazioni del presidente Pittella “per un utilizzo virtuoso e cauto della risorsa a tutela dell'ambiente e della salute” Legambiente Basilicata Onlus oltre ad augurare che il governatore regionale non venga meno agli impegni presi, sottolinea l’assoluta improvvisazione nell’istituzione di un tavolo tecnico che ancora una volta non tiene conto dei cittadini e lascia fuori anche il Ministero all’Ambiente, come se la questione petrolio fosse un fattore meramente economico e non portasse con se la complessità e la pericolosità di una grande industria chimica in un territorio così fragile.
Già venti anni fa fu questa l’impostazione data alla questione Petrolio in Basilicata e già allora ci assicuravano che era l’ultima chance di crescita e sviluppo per la Basilicata.
In termini di sviluppo, lavoro, occupazione e crescita economica della Regione Basilicata gli effetti sono sotto gli occhi di tutti e come se nulla fosse, come se questi 20 anni fossero passati invano, ci ripropongono la stessa musica.
Una differenza rispetto a 20 anni fa però ora c’è e sta nella consapevolezza dei lucani che questa musica è stonata. Oggi a differenza di quanto avvenuto in passato l’opzione petrolifera è vista con sempre minore favore, suscitando allarme nella popolazione e anche nelle amministratori locali che, sempre più spesso, fanno propria la bandiera della difesa del territorio dall’attacco delle compagnie petrolifere e considerano la tutela dell’ambiente e del territorio come elemento assolutamente imprescindibile.
In Basilicata è sempre più diffusa la consapevolezza che l’industria del petrolio non porterà vantaggi economici ma solo una progressiva erosione del valore naturale dei nostri territori che verrebbero a perdere progressivamente anche quella potenziale forza competitiva sui mercati (agricolo e turistico in particolare), a causa di una evidente sottrazione di “qualità ambientale”. Quella “qualità ambientale” che, molto più del petrolio, e per un tempo molto più lungo, può rappresentare il vero valore aggiunto in una regione come la Basilicata che vorrebbe puntare proprio sulla qualità del territorio per costruire il suo futuro economico, durevole e sostenibile.
È oggi il momento di dire basta ad una inutile corsa al petrolio. Questa classe dirigente sta andando verso il ventunesimo secolo con gli occhi rivolti al secolo passato ed è inaccettabile. I Governi nazionale e regionale abbandonino questa politica nazionale miope orientata sulle fonti fossili e sposti l’attenzione e le risorse su rinnovabili, efficienza e risparmio: sono queste le chiavi più efficaci per garantire l’indipendenza energetica al nostro Paese.
Secondo Legambiente Basilicata Onlus la strada di bloccare nuove ricerche ed estrazioni è quindi una scelta necessaria, perché estendere l’attività estrattiva in altre aree della regione, come invece le compagnie vorrebbero fare, non è sostenibile. Pertanto l’associazione rilancia una serie di proposte irrinunciabili:
1) Una forte azione in sinergia fra Regione ed Enti locali per bloccare ogni ipotesi di ulteriore attività petrolifera sul territorio regionale, in particolare in quelle aree a forte vocazione naturale o caratterizzate da attività economiche, quali il turismo o l’agricoltura, che sono difficilmente compatibili con la presenza dell’industria estrattiva;
2) La costruzione di un quadro normativo regionale chiaro e definito attraverso cui la Regione Basilicata punti a definire le linee guida regionali in materia di rischio di incidenti rilevanti connessi con determinate attività tra le quali quella petrolifera e le procedure per l’adozione degli interventi di salvaguardia dell’ambiente e del territorio in relazione alla presenza di stabilimenti a rischio incidente rilevante ai sensi del comma dell’art.18 del D.Lgs. 334/1999 e s.m.i.;
3) l’istituzione da parte della Regione Basilicata di un “Tavolo della trasparenza” sulla questione petrolifera in Basilicata che coinvolga le amministrazioni locali, l’Ente Parco, gli enti preposti al controllo, le associazioni territoriali e le associazioni ambientaliste, per avviare un processo di “diffusione democratica” delle informazioni, e per una condivisione delle scelte che gli Enti e la Regione sono chiamati ad esprimere.
4) la definizione di un protocollo tra ENI, Ministero dell’Ambiente e Regione Basilicata, per la minimizzazione degli impatti ambientali e dei fattori di rischio legati all’attività petrolifera così come previsto dall’accordo sottoscritto nel 1998 tra Eni e Regione Basilicata;
5) rafforzare in tempi rapidissimi il sistema di monitoraggio definendo nel contempo le adeguate forme di comunicazione ed informazione sulla base della massima chiarezza e trasparenza per i cittadini;
6) aprire una fase di valutazione sulla reale portata e sulle prospettive in termini di sviluppo economico delle nostre aree interne, in relazione alla ultra decennale attività estrattiva in Basilicata.

domenica 1 giugno 2014

BEACH LITTER

Pubblichiamo all'interno del DOSSIER i dati del monitoraggio nazionale fatto anche sulla spiaggia di Policoro nei giorni precedenti alla manifestazione

Spiagge e fondali puliti 2014

Una marea di plastica invade le nostre spiagge. A conclusione delle giornate di pulizia, arrivano i risultati dell'indagine svolta dai volontari di Legambiente  
Una marea di plastica: i rifiuti più frequenti sulle nostre spiagge sono bottiglie e contenitori di plastica. Seguiti da tappi e coperchi, a pari merito con i mozziconi di sigaretta, poi da stoviglie usa e getta di plastica, dai cotton fioc e da mattonelle e calcinacci. Sono i risultati dell’indagine sulla beach litter (rifiuto da spiaggia) curata da Legambiente secondo il protocollo scientifico del ministero dell’Ambiente e di Ispra, nell’ambito della campagna Spiagge e Fondali puliti - Clean up the Med che ha impegnato durante il fine settimana migliaia di volontari nella raccolta dei rifiuti abbandonati.
Obiettivo dello studio  è indagare la quantità e la tipologia di rifiuti presenti sulle spiagge italiane e del mediterraneo al fine di contribuire all’applicazione della direttiva europea sulla Marine Strategy.  Un provvedimento che dà chiare indicazioni sull'impatto dei rifiuti marini e sull’obbligo di intervenire e rappresenta un’importantissima occasione per attuare finalmente politiche coordinate tra i diversi settori che riguardano il mare.
In sintesi dati del monitoraggio compiuto su 24 spiagge (tra cui la nostra), un'area vasta come 20 campi di calcio (scarica la versione integrale dello studio nel file in fondo alla pagina)
Sui litorali monitorati, la plastica è la categoria di rifiuto che batte tutti gli altri, con una percentuale del 65% sul totale di 15.215 rifiuti rinvenuti. Plastica di tutte le forme e dimensioni, dalle bottiglie agli shopper, dai tappi, al polistirolo, i secchi, le stoviglie usa e getta ma anche molti oggetti derivanti dal comparto della pesca. Il 9% degli oggetti plastici rinvenuti (più di 1.500), infatti, è costituto da reti, galleggianti, nasse, fili da pesca, senza contare l’ingente quantitativo di frammenti di polistirolo (che potrebbero essere i resti di cassette per il pesce). A seguire, ricoprono a tappeto le nostre spiagge i mozziconi di sigaretta (7%). Sono stati contati 1.035 mozziconi, il residuo di oltre 50 pacchetti di sigarette. Non mancano ai primi posti in classifica i metalli (6%) con lattine, barattoli e bombolette spray, seguiti dai rifiuti sanitari (5%) come cotton fioc, assorbenti, preservativi, blister. Poi materiali di costruzione al 4% (mattonelle e calcinacci), vetro al 3% (specie bottiglie), rifiuti di gomma (pneumatici, guanti) e tessili (scarpe, vestiti) entrambi al 2%.

I rifiuti marini hanno un impatto pesante sugli ecosistemi ma anche sull’economia e sul turismo. Uccelli, tartarughe e mammiferi marini possono restare intrappolati nelle reti da pesca o morire per soffocamento dovuto all’ingestione accidentale di rifiuti. Inoltre, le microplastiche ingerite dagli organismi acquatici sono la causa principale del disequilibrio della catena alimentare e dell’intero ecosistema marino. Sul fronte economico vanno considerati i danni meccanici alle imbarcazioni e alle attrezzature da pesca, allo stock ittico, i costi di pulizia delle aree costiere e le conseguenze sull’appeal turistico.

Petrolio, la risposta all'incontro Pittella Guidi

                                                          Comunicato stampa
No al petrolio
 a fonti rinnovabili, efficienza e risparmio
La risposta di Legambiente Basilicata all’incontro
 tra il presidente regionale Pittella e il                                                                   ministro Guidi

“Per la Basilicata è necessario bloccare ogni ipotesi di ulteriore attività estrattiva sul territorio regionale, in particolare in quelle aree a forte vocazione naturale o caratterizzate da attività economiche, come quelle agricole, turistiche, ecc., che sono difficilmente compatibili con la presenza dell’industria estrattiva”. E’ l’appello della Legambiente Basilicata a fronte dell’incontro tra il presidente della Regione Basilicata Marcello Pittella e il ministro Guidi nonché sulle affermazioni di quest’ultimo alla stampa sulla necessità di rilanciare sul petrolio e in particolare sulle trivellazioni in mare.
Caro ministro Guidi ha letto i dati che il suo stesso ministero pubblica annualmente sulle riserve certe di petrolio? Le quantità stimate sotto il mare italiano sono di appena 10 milioni di tonnellate e stando ai consumi attuali, si esaurirebbero in soli due mesi. Considerando anche quelle presenti nel sottosuolo durerebbero invece poco più di un anno. Continuare a rilanciare l’estrazione di idrocarburi nel mare Adriatico e, più in generale nel Mediterraneo,  è solo il risultato di una strategia insensata che non garantisce nessun futuro energetico per il nostro Paese.  Già oggi le aree interessate dalle attività petrolifere occupano una superficie marina di circa 24mila kmq.
 È ora di dire basta ad una inutile corsa al petrolio. Questa classe dirigente sta andando verso il ventunesimo secolo con gli occhi rivolti al secolo passato. I Governi nazionale e regionale abbandonino questa politica nazionale miope orientata sulle fonti fossili e sposti l’attenzione e le risorse su rinnovabili, efficienza e risparmio: sono queste le chiavi più efficaci per garantire l’indipendenza energetica al nostro Paese.
Secondo Legambiente Basilicata la strada di bloccare nuove ricerche ed estrazioni è quindi una scelta necessaria, perché estendere l’attività estrattiva in altre aree della regione, come invece le compagnie vorrebbero fare, non è sostenibile. Pertanto l’associazione rilancia una serie di proposte irrinunciabili:
1)Una forte azione in sinergia fra Regione ed Enti locali per bloccare ogni ipotesi di ulteriore attività petrolifera sul territorio regionale, in particolare in quelle aree a forte vocazione naturale o caratterizzate da attività economiche, quali il turismo o l’agricoltura, che sono difficilmente compatibili con la presenza dell’industria estrattiva.
2) La costruzione di un quadro normativo regionale chiaro e definito attraverso cui la Regione Basilicata punti a definire:
- linee guida regionali in materia di rischio di incidenti rilevanti connessi con determinate attività tra le quali quella petrolifera;
- le procedure per l’adozione degli interventi di salvaguardia dell’ambiente e del territorio in relazione alla presenza di stabilimenti a rischio incidente rilevante ai sensi del comma dell’art.18 del D.Lgs. 334/1999 e s.m.i.;
- una procedura di autotutela per i cittadini della valle in caso di violazione dei limiti certi e diffusi relativi ad emissioni o incidenti. Presupposto fondamentale è la diffusione delle informazioni in tempo reale, garanzia di trasparenza ed efficienza del sistema.
3) l’istituzione da parte della Regione Basilicata di un “Tavolo della trasparenza” sulla questione petrolifera in Basilicata che coinvolga le amministrazioni locali, l’Ente Parco, gli enti preposti al controllo, le associazioni territoriali e le associazioni ambientaliste, per avviare un processo di “diffusione democratica” delle informazioni, e per una condivisione delle scelte che gli Enti e la Regione sono chiamati ad esprimere.
4) la definizione di un protocollo tra ENI, Ministero dell’Ambiente e Regione Basilicata, per la minimizzazione degli impatti ambientali e dei fattori di rischio legati all’attività petrolifera così come previsto dall’accordo sottoscritto nel 1998 tra Eni e Regione Basilicata;
5) rafforzare in tempi rapidissimi il sistema di monitoraggio definendo nel contempo le adeguate forme di comunicazione ed informazione sulla base della massima chiarezza e trasparenza per i cittadini;
6) aprire una fase di valutazione sulla reale portata e sulle prospettive in termini di sviluppo economico delle nostre aree interne, in relazione alla ultra decennale attività estrattiva in Basilicata.

Potenza, 24 maggio 2014