venerdì 12 febbraio 2016

LETTERA inviata al Presidente Mattarella in merito al REFERENDUM/election day

Signor Presidente,
Le scriviamo in merito al referendum popolare giudicato ammissibile con Sentenza n. 17/2016 della Corte Costituzionale relativo all’abrogazione della previsione che le attività di coltivazione di idrocarburi relative a provvedimenti concessori già rilasciati in zone di mare entro dodici miglia marine hanno durata pari alla vita utile del giacimento, nel rispetto degli standard di sicurezza e di salvaguardia ambientale.
Nel Consiglio dei ministri di mercoledì 10 febbraio il Governo ha fissato, con apposita deliberazione, la data per il voto referendario al prossimo 17 aprile, ignorando la richiesta avanzata da Regioni, parlamentari, associazioni ambientaliste, comitati e rappresentanti della società civile, volta ad accorpare il referendum alle prossime elezioni amministrative. Opzione che il Governo avrebbe potuto perseguire in tempi brevi, adottando lo strumento del decreto legge. Si ricorda il precedente della legge 40 del 2009, che consentì l'accorpamento del secondo turno di ballottaggio delle elezioni amministrative con i referendum abrogativi in materia elettorale.
Il motivo primo per cui abbiamo avanzato tale richiesta è per favorire e salvaguardare la democrazia e la partecipazione, che dovrebbero caratterizzare un voto popolare, quale quello di un referendum abrogativo, per di più su un tema così importante che riguarda la tutela dell’ambiente e lo sviluppo energetico ed economico del nostro Paese. Stabilire di andare al voto in tempi così ravvicinati di certo non permetterebbe di condurre un’adeguata campagna referendaria e di conseguenza non consentirebbe che gli elettori siano adeguatamente informati sul referendum.
La decisione del Governo, inoltre, non tiene conto di ulteriori due elementi oggettivamente importanti:
Il primo trae spunto da considerazioni di carattere economico. L'election day è fondamentale al fine di risparmiare una cifra stimabile tra i 350 e i 400 milioni di euro: si tratta di un quantitativo di denaro pubblico enorme, che potrebbe altrimenti essere impiegato per meglio garantire diritti essenziali alla popolazione italiana, combattere la povertà, tutelare l’ambiente, mettere in sicurezza il territorio dal dissesto idrogeologico o, più semplicemente, contribuire al risanamento del debito pubblico.
Il secondo riguarda l’iter dei quesiti referendari. Infatti, dinanzi alla Corte Costituzionale pendono conflitti di attribuzione per altri due quesiti sullo stesso argomento su cui, qualora il giudizio della Corte dovesse essere positivo, si potrebbe votare in un’unica data. Diversamente vorrebbe dire che nel 2016 gli italiani potrebbero essere chiamati alle urne fino a cinque volte: per i due referendum abrogativi sulla questione trivellazioni (ad aprile sul primo quesito ed eventualmente, in seguito alla decisione della Corte Costituzionale, per gli altri due), per le elezioni amministrative (primo turno e ballottaggio) e in autunno per il referendum costituzionale. Una simile concentrazione di tornate elettorali determinerebbe un notevole dispendio di risorse, ingenerando, peraltro confusione negli elettori.
Alla luce di quanto detto, Le chiediamo a nome delle associazioni che hanno sottoscritto questo appello di non firmare la deliberazione governativa che istituisce la data del 17 aprile per il voto referendario e di chiedere al Governo di rivedere il provvedimento in favore di un election day, che accorpi il voto alla prossima tornata elettorale delle amministrative.
Sicuri dell’attenzione che Lei riserverà alle nostre richieste, Le porgiamo cordiali saluti