domenica 1 giugno 2014

Petrolio, la risposta all'incontro Pittella Guidi

                                                          Comunicato stampa
No al petrolio
 a fonti rinnovabili, efficienza e risparmio
La risposta di Legambiente Basilicata all’incontro
 tra il presidente regionale Pittella e il                                                                   ministro Guidi

“Per la Basilicata è necessario bloccare ogni ipotesi di ulteriore attività estrattiva sul territorio regionale, in particolare in quelle aree a forte vocazione naturale o caratterizzate da attività economiche, come quelle agricole, turistiche, ecc., che sono difficilmente compatibili con la presenza dell’industria estrattiva”. E’ l’appello della Legambiente Basilicata a fronte dell’incontro tra il presidente della Regione Basilicata Marcello Pittella e il ministro Guidi nonché sulle affermazioni di quest’ultimo alla stampa sulla necessità di rilanciare sul petrolio e in particolare sulle trivellazioni in mare.
Caro ministro Guidi ha letto i dati che il suo stesso ministero pubblica annualmente sulle riserve certe di petrolio? Le quantità stimate sotto il mare italiano sono di appena 10 milioni di tonnellate e stando ai consumi attuali, si esaurirebbero in soli due mesi. Considerando anche quelle presenti nel sottosuolo durerebbero invece poco più di un anno. Continuare a rilanciare l’estrazione di idrocarburi nel mare Adriatico e, più in generale nel Mediterraneo,  è solo il risultato di una strategia insensata che non garantisce nessun futuro energetico per il nostro Paese.  Già oggi le aree interessate dalle attività petrolifere occupano una superficie marina di circa 24mila kmq.
 È ora di dire basta ad una inutile corsa al petrolio. Questa classe dirigente sta andando verso il ventunesimo secolo con gli occhi rivolti al secolo passato. I Governi nazionale e regionale abbandonino questa politica nazionale miope orientata sulle fonti fossili e sposti l’attenzione e le risorse su rinnovabili, efficienza e risparmio: sono queste le chiavi più efficaci per garantire l’indipendenza energetica al nostro Paese.
Secondo Legambiente Basilicata la strada di bloccare nuove ricerche ed estrazioni è quindi una scelta necessaria, perché estendere l’attività estrattiva in altre aree della regione, come invece le compagnie vorrebbero fare, non è sostenibile. Pertanto l’associazione rilancia una serie di proposte irrinunciabili:
1)Una forte azione in sinergia fra Regione ed Enti locali per bloccare ogni ipotesi di ulteriore attività petrolifera sul territorio regionale, in particolare in quelle aree a forte vocazione naturale o caratterizzate da attività economiche, quali il turismo o l’agricoltura, che sono difficilmente compatibili con la presenza dell’industria estrattiva.
2) La costruzione di un quadro normativo regionale chiaro e definito attraverso cui la Regione Basilicata punti a definire:
- linee guida regionali in materia di rischio di incidenti rilevanti connessi con determinate attività tra le quali quella petrolifera;
- le procedure per l’adozione degli interventi di salvaguardia dell’ambiente e del territorio in relazione alla presenza di stabilimenti a rischio incidente rilevante ai sensi del comma dell’art.18 del D.Lgs. 334/1999 e s.m.i.;
- una procedura di autotutela per i cittadini della valle in caso di violazione dei limiti certi e diffusi relativi ad emissioni o incidenti. Presupposto fondamentale è la diffusione delle informazioni in tempo reale, garanzia di trasparenza ed efficienza del sistema.
3) l’istituzione da parte della Regione Basilicata di un “Tavolo della trasparenza” sulla questione petrolifera in Basilicata che coinvolga le amministrazioni locali, l’Ente Parco, gli enti preposti al controllo, le associazioni territoriali e le associazioni ambientaliste, per avviare un processo di “diffusione democratica” delle informazioni, e per una condivisione delle scelte che gli Enti e la Regione sono chiamati ad esprimere.
4) la definizione di un protocollo tra ENI, Ministero dell’Ambiente e Regione Basilicata, per la minimizzazione degli impatti ambientali e dei fattori di rischio legati all’attività petrolifera così come previsto dall’accordo sottoscritto nel 1998 tra Eni e Regione Basilicata;
5) rafforzare in tempi rapidissimi il sistema di monitoraggio definendo nel contempo le adeguate forme di comunicazione ed informazione sulla base della massima chiarezza e trasparenza per i cittadini;
6) aprire una fase di valutazione sulla reale portata e sulle prospettive in termini di sviluppo economico delle nostre aree interne, in relazione alla ultra decennale attività estrattiva in Basilicata.

Potenza, 24 maggio 2014