domenica 23 novembre 2014

festa dell'albero 2014

FESTA  dell’albero
24 novembre 2014
PROGRAMMA
Ore 10.00                  Incontro Istituzioni e Scuola c/o  il plesso scuola primaria c.so Pandosia,10
                                                                                       Saluti
                                            Dirigente Scolastico: Prof.ssa  Maria Carmela Stigliano
                                                                                      Interventi
                                            Presidente Provincia di MATERA: dott. Francesco De Giacomo

                                            Sindaco di Policoro: dott. Rocco Leone

                                            Dirigente Provincia di MATERA: dott. Enrico De Capua

                                            Consigliere Provinciale:  Giuseppe Ferrara

                                            Responsabile del Corpo Forestale dello Stato: dott. Francesco Alberti
                                                                                                                          
Ore 10.30                  Visione del filmato: L’UOMO CHE PIANTAVA ALBERI – J.Giono

MEETING-POINT  in Via Lazio/Parco Belvedere con le classi dell’istituto: infanzia,
                                       primaria e secondaria di 1°grado

Ore 11.00             PIANTUMAZIONE degli alberelli animata da poesie, canti e cartelloni
Ore 12.00             “ABBRACCIAMOLO”, abbraccio degli alberi

Sarà presente LA FISARMONICA di Pugliese e
lo STAND  “I frutti dell’albero”

Azienda Agricola  NICO-FRUIT   
                   

giovedì 20 novembre 2014

Il 21 e il 24 novembre abbracciamo un albero



PRIMA  e DOPO il taglio


Purtroppo abbracceremo pochi alberi nella città di Policoro dopo i tagli avvenuti in questi giorni (vedasi foto allegate), ma come circolo legambiente di Policoro ci impegneremo anche quest'anno a piantare nuovi alberelli in occasione della FESTA dell'ALBERO già da domani:
21 NOVEMBRE 2014
*Scanzano Jonico, Istituto Comprensivo
  vedi FACEBOOK festa dell'albero
*Policoro,  Istituto Comprensivo 1"L.Milani"
24 NOVEMBRE 2014
*Policoro, Istituto Comprensivo 2 "Giovanni      Paolo II"






martedì 18 novembre 2014

OLEODOTTO di PISTICCI

Incidente all’oleodotto di Pisticci
Legambiente Basilicata: “La versione dell’Eni non convince. Ennesima dimostrazione della pericolosità delle estrazioni. Né compagnie né istituzioni in grado di tutelare l’ambiente”.
“Non crediamo alla versione raccontata dall’Eni sull’incidente”. E’ questo il commento della Legambiente Basilicata alle spiegazioni dell’Eni sull’incidente alla condotta dell’oleodotto Monte Alpi che collega Viggiano con la raffineria di Taranto in zona Spezzacatene, nel Comune di Pisticci (Mt) e che si è verificato lo scorso venerdì 14 novembre.
Il foro trovato, che si trova a circa 2,50 cm di profondità, secondo la compagnia sarebbe stato volutamente provocato da qualcuno che nella notte avrebbe manualmente scavato fino a trovare il tubo per poi praticare un foro di 8mm dopo aver rimosso parte della camicia.
Uno scenario alquanto improbabile secondo l’associazione ambientalista, tra i primi ad accorrere sul posto grazie alla presenza deiCircoli di Matera e Pisticci, allertati da un agricoltore che, mentre stava lavorando sul terreno adiacente a quello in cui si è verificato l’incidente, ha avvertito il forte odore di idrocarburi proveniente dalla perdita. Sembrano dunque altresì assurde, alla luce di ciò, anche le affermazioni di Eni rispetto all’allarme lanciato dagli operai dipendenti della compagnia durante ispezioni di routine dell’impianto, come anche riportato dal verbale dell’Arpab, arrivata però sul posto solo due giorni dopo l’incidente, ovvero domenica 16 novembre, e solo in seguito alle sollecitazioni degli stessi Circoli della Legambiente di Matera e Pisticci.
Tutto questo dimostra ancora una volta che l’Eni pensa di operare in un regime di extraterritorialità, sempre refrattario ai controlli e geneticamente non predisposto ad ammettere che non tutto “gira” come vorrebbero far credere.
Incidenti del genere, uniti a quelli sempre più frequenti al Centro oli di Viggiano, dimostrano quanto la filiera del petrolio (estrazioni, trattamento, trasporto...) che da Viggiano attraversa tutta la regione fino allo Ionio, stia mettendo a forte rischio l'ambiente e la salute delle persone.
L’episodio conferma la necessità di disporre di un autonomo e credibile sistema di controllo e verifica delle attività Eni, che mostra ancora una volta tutti i suoi limiti e le sue carenze. In queste condizioni continuare ad insistere su aumenti delle produzioni al centro oli e su nuove estrazioni in altre aree della Basilicata appare sempre più come il vero attentato all’ambiente e alla salute dei lucani.
Anche per questi motivi invitiamo con ancora più forza tutto il popolo lucano a sottoscrivere la petizione promossa con WWF, Greenpeace e Rete degli studenti medi per chiedere al Presidente regionale Marcello Pittella di impugnare l’art.38 dello Sblocca Italia (è possibile firmare la petizione cartacea presso la sede della Legambiente Basilicata, a Potenza in viale Firenze 60/C o scaricando gli appositi moduli dal sito www.legambeintebasilicata.it o la petizione on line al linkhttp://mobilitiamoci.legambiente.it/bloccaildecreto ).

#SbloccaFuturo #BloccailDecreto

Lo “Sblocca Italia” e il futuro della Basilicata.
Il Terzo settore lucano si interroga.
Mercoledì 19 novembre 2014 ore 17.00 c/o Casa del Volontariato a Potenza


L’iniziativa rientra in una campagna di sensibilizzazione “#SbloccaFuturo #BloccailDecreto” che ha lo scopo di informare la cittadinanza sui contenuti dell’articolo 38 del Decreto (riguardante le scelte in materia di politica energetica operate dal Governo) e di promuovere una raccolta di firme per spingere il Presidente della Regione Basilicata Marcello Pittella ad impugnare, innanzi alla Corte Costituzionale, il testo dello "Sblocca Italia".
Legambiente e Wwf sono ancora convinte che con le disposizioni contenute nell’art. 38 del così detto Sblocca Italia, si favorisce la nuova colonizzazione del nostro territorio e dei nostri mari da parte dell’industria petrolifera, invece di difendere l’interesse pubblico ad uno sviluppo economico sostenibile ampliando le servitù petrolifere in Basilicata a più del 50% del suo territorio.
Anche dopo le non sostanziali modifiche introdotte alla Camera e il voto di fiducia al Senato non è cambiata la portata negativa delle disposizioni del provvedimento.
Il calcolo costi-benefici dell’impatto economico, sociale e ambientale dell’approccio finora utilizzato è assolutamente perdente se si pensa che l’inquinamento sistematico e il rischio di incidente mettono a rischio le nostre aree di pregio naturalistico e paesaggistico, dove fiorenti attività economiche potrebbero nascere attorno al settore del turismo invece di estrarre petrolio di bassa qualità che potrebbe coprire, valutate le riserve certe a terra e a mare, il fabbisogno nazionale per appena 13 mesi.
Anche dopo le non sostanziali modifiche introdotte alla Camera e il voto di fiducia al Senato non è cambiata la portata negativa delle disposizioni del provvedimento.
Il calcolo costi-benefici dell’impatto economico, sociale e ambientale dell’approccio finora utilizzato è assolutamente perdente se si pensa che l’inquinamento sistematico e il rischio di incidente mettono a rischio le nostre aree di pregio naturalistico e paesaggistico, dove fiorenti attività economiche potrebbero nascere attorno al settore del turismo invece di estrarre petrolio di bassa qualità che potrebbe coprire, valutate le riserve certe a terra e a mare, il fabbisogno nazionale per appena 13 mesi.


E la mobilitazione continua ...

Legambiente, WWF, Greenpeace e Rete degli Studenti Medi della Basilicata hanno lanciato una petizione popolare al fine di chiedere allaRegione Basilicata di impugnare l’articolo 38 davanti alla Corte Costituzionale.
In questi giorni le associazioni organizzano tanti momenti ed iniziative per la raccolta delle firme.

E’ possibile scaricare i moduli per la raccolta delle firme dal sito della Legambiente Basilicata e far sottoscrivere la petizione ai vostri amici e colleghi di studio o di lavoro.

mercoledì 12 novembre 2014

Sbocca Italia


Sblocca Italia, la lettera ai Presidenti regionali
 
Potenza, 11 Novembre 2014                                                                                                                                                Comunicato stampa


#Sbloccafuturo
Continua la campagna di Legambiente, Greenpeace e WWF contro art.38 dello Sblocca Italia
Inviata una lettera ai Presidenti delle Giunte e dei Consigli regionali
per chiedere l’impugnazione dinanzi alla Corte Costituzionale
Firmatari anche Fai e Marevivo
Continua la campagna unitaria Legambiente, Greenpeace e WWF contro le disposizioni relative alla "liberalizzazione" delle trivellazioni a terra e a mare contenute nell'art. 38 dello "Sblocca Italia " (dl 133/2014), che ha toccato dal 12 al 27 ottobre Sicilia, Abruzzo, Puglia e Basilicata con una partecipata conferenza stampa nazionale, organizzata il 15 ottobre nella sala stampa di Montecitorio e che ah visto una prima iniziativa a Potenza il 27 ottobre scorso con un faccia a faccia con la politica lucana.
Forti di un primo riscontro sull'intenzione da parte di alcune giunte  e consigli regionali - a partire da Abruzzo, Marche, Umbria e Puglia - di impugnare di fronte alla Corte Costituzionale l'art 38, torniamo a spiegare ai Presidenti delle Regioni l’illegittimità del provvedimento invitandole a prendere provvedimenti il prima possibile.
In allegato, dunque, la lettera inviata ai Presidenti delle Giunte e dei Consigli regionali, sottoscritta da Legambiente, Greenpeace e WWF e nuove associazioni che hanno aderito all’iniziativa, FAI e Marevivo, segno di una sempre crescente protesta verso le ultime scelte del governo centrale e delle amministrazioni locali.

giovedì 6 novembre 2014

#SbloccaFuturo #BloccailDecreto, al via petizione

#SbloccaFuturo #BloccailDecreto
Raccolta firme di Legambiente, Wwf, Greenpeace e Rete studenti medi
per richiedere impugnazione dello "Sblocca Italia"

Alla luce dell'approvazione da parte del Senato del DL "Sblocca Italia" e della sostanziale inesistenza di modifiche strutturali all'articolo 38 del testo, leassociazioni Legambiente, WWF, Greenpeace e Rete degli Studenti Medi della Basilicata lanciano una petizione popolare al fine di chiedere alla Regione Basilicata di impugnare l’articolo 38 davanti alla Corte Costituzionale.
La petizione rientra in una campagna  di sensibilizzazione “#SbloccaFuturo #BloccailDecreto" che ha lo scopo di informare la cittadinanza sui contenuti dell'articolo 38 del Decreto (riguardante le scelte in materia di politica energetica operate dal Governo) e di promuovere una raccolta di firme per spingere il Presidente della Regione Basilicata Marcello Pittella ad impugnare, innanzi alla Corte Costituzionale, il testo dello "Sblocca Italia".
Il testo dell'articolo 38 compie stravolgimenti epocali nel processo di autorizzazione di ricerca ed estrazione delle risorse petrolifere, mettendo in secondo piano la tutela dell'ambiente, della biodiversità e della salute di tutti i cittadini lucani attraverso unainsensata semplificazione delle procedure, legate all'attività dell'industria del petrolio. È inoltre inaccettabile il modo in cui lo Stato centrale bypassa la Regione Basilicata, spostando i processi decisionali riguardanti le Valutazioni di Impatto Ambientale (VIA) dall'Ente Locale al Ministero dell'Ambiente violando, di fatto, le disposizioni del Titolo V della Costituzione sulla legislazione concorrente fra Stato e Regioni.
Le associazioni promotrici della campagna ritengono che l'articolo 38, nel suo intero impianto, abbia come principio cardine l'errata convinzione che la Basilicata e l'intero Paese debbano necessariamente basare il proprio modello di sviluppo sulla dipendenza dal petrolio e dall'industria ad esso connesso; Legambiente, WWF, Greenpeace e Rete degli Studenti Medi della Basilicata rivendicano l'immediata necessità di modificare tale modello, in favore dell'utilizzo di fonti energetiche pulite e rinnovabili, della ricerca tecnologica e dell'industria verde, con il blocco dello sfruttamento del territorio, non permettendo ulteriori aumenti delle estrazioni e la concessione di nuove autorizzazioni per la ricerca e lo sfruttamento delle risorse petrolifere.

Rete degli Studenti Medi Basilicata
Legambiente Basilicata
Greenpeace
WWF
Falla firmare e riconsegnala a: Legambiente Basilicata Onlus-Viale Firenze 60 C- 85100 Potenza
Altri materiali

lunedì 3 novembre 2014

Le osservazioni di Legambiente al decreto Sblocca Italia

#sbloccafuturo

Avrebbe dovuto “sbloccare l’Italia”, incidendo strategicamente nel quotidiano dei cittadini e degli attori della pubblica amministrazione, mediante un effettivo snellimento delle procedure e una reale delegificazione. Nella realtà, invece, il decreto Sblocca Italia introduce solo innumerevoli deroghe ed eccezioni,la cui applicabilità dovrà essere volta per volta valutata con lunghe analisi dei requisiti e dei presupposti, determinando un ennesimo stato di confusione e un allungamento dei tempi.  Ricorre a piene mani allo strumento del commissariamento, dimenticando le passate disastrose esperienze di gestione commissariali in tema di gestione dei rifiuti, depurazione, fognature, bonifiche, rischio idrogeologico che, oltre a non aver risolto le decennali emergenze, sono state esse stesse causa di sprechi, di blocco delle procedure, d’inchieste a scapito della trasparenza e della legalità. Si tratta di un provvedimento che racchiude una visione vecchia, che non coglie le sfide del 21° secolo e sbaglia la scelta delle priorità senza individuare criteri di utilità effettiva per il territorio e i cittadini. Il DL Sblocca Italia avrebbe potuto essere uno “Sblocca Futuro”, se gli interventi normativi, le semplificazioni, gli standard di prestazione di efficienza avessero risposto a un chiaro disegno di trasformazione del paese nella direzione dello sviluppo di un’economia circolare e low carbon.
Legambiente ha elaborato delle proposte di modifica al decreto
Sblocca Italia Scarica il documento

I commenti e le proposte di Legambiente al DL Sblocca Italia si concentrano in 6 questioni fondamentali:
BonificheEfficienza energeticaInceneritori
MobilitàPetrolioRischio idrogeologico

sabato 1 novembre 2014

In risposta al presidente Pittella #sbloccaitalia

SBLOCCA ITALIA AFFOSSA BASILICATA
PITTELLA FA IL POMPIERE E SOGNA LA SVOLTA EPOCALE PER LA BASILICATA CON UN PUGNO DI EURO IN MANO
MENTRE LE ALTRE REGIONI PROPONGONO IL RICORSO ALLA CORTE COSTITUZIONALE
IL NEW DEAL LUCANO IN SALSA PETROLIFERA
 
Non è tardata ad arrivare la risposta del presidente della Regione Basilicata Marcello Pittella rispetto alle nostre considerazioni su Sblocca Italia e articolo 38.
Avremmo nettamente preferito che il governatore regionale, accogliendo il nostro invito ad essere presente all’incontro di lunedì 27 ottobre nell’ambito delle iniziative nazionali contro il disegno di legge promosso da Legambiente, WWF Italia e Greenpeace, avesse spiegato in quell’occasione non solo ai sindaci ma a tutta la società civile lucana, ambientalisti, senatori e onorevoli lucani di maggioranza e opposizione, che grazie allo Sblocca Italia la Basilicata “è alla vigilia di una scelta epocale e che la Basilicata può davvero cambiare proprio ripartendo dalla tutela della salute e dalla salvaguardia dell’ambiente”.
Proprio dall’incontro di lunedì era partita la richiesta alla politica regionale di dare risposte chiare e Pittella la sua franca risposta l’ha rivelata con questa lettera ai Sindaci, magnificando lo Sblocca Italia, contro cui tuonava solo pochi giorni fa e manifestando il suo favore a trasformare la Basilicata in un unico enorme ed indifferenziato campo di produzione petrolifera.
Anche l’effetto dell’art. 38 del decreto legge n. 133/2014 che sancisce l’esclusione degli enti locali da ogni processo decisionale in tema di estrazioni petrolifere e, soprattutto, comporta la marginalizzazione delle stesse Regioni - considerate alla stregua di tutte le amministrazioni che concorrono al processo decisionale, senza che vengano rispettate le loro competenze di cui al Titolo V della Costituzione e che oggi presuppongono la necessità di intese forti nel rispetto del principio di leale collaborazione richiamato dalla Carta - non preoccupa minimamente il presidente Pittella che auspica, invece, un aumento delle estrazioni per poter beneficiare della quota di Ires che si aggiungerà alle attuali royalties ma solo per ulteriori estrazioni rispetto a quelle già autorizzate.
E così proprio mentre in questi giorni tanti Sindaci lucani stanno chiedendo al presidente Pittella di difendere il territorio lucano dall’aggressione delle compagnie petrolifere, ricorrendo alla Corte Costituzionale – all’incontro ci è stato ricordato come il Consiglio Regionale di Basilicata si sia già espresso in tal senso - e la Regione Puglia dichiara ufficialmente il suo ricorso alla Corte, Pittella scrive ai Sindaci per “fornire alle nostre comunità la giusta informazione che, purtroppo, rischia di essere appannata da una strumentale polemica politica tendente, da un lato, a mettere in ombra gli importanti risultati sin qui conseguiti, accentuando, dall’altro, un presunto “catastrofismo” ambientale non giustificabile in un Paese di diritto”.
Aspettiamo presto il Presidente all’incontro pubblico che annuncia e siamo curiosi di vedere come spiegherà ai lucani quante nuove perforazioni ci saranno in Basilicata e come avverrà il totale depauperamento dei poteri delle Regioni a effettuare azioni di controllo in cambio della “possibilità di utilizzare parte delle risorse rivenienti dalle royalties petrolifere al di fuori dei limiti imposti dal patto di stabilità interno” insieme “alla trasformazione della card benzina in card sociale”.
Dopo tanti anni in cui siamo stati accontentati con un piatto di lenticchie ora finalmente le potremmo accompagnare con dei crostini di pane gentilmente offerti dalla ditta Renzi-Eni: è questa la vera svolta epocale per la Basilicata.
Svendiamo la Basilicata al peggior offerente senza alcuna reale garanzia di ripercussioni sul territorio in termini di ricchezza e sviluppo: 20 anni di storia petrolifera in Val D’Agri sono lì a dimostrarcelo.
Del resto quale tipo di sviluppo può mai nascere dalla decisione di accontentarsi della card sociale e di poter spendere i soldi delle royalties fuori dal patto di stabilità? Senza una strategia e senza obiettivi di lungo termine.
È quindi naturale che con questi pochi e fragilissimi argomenti fra le mani Pittella attacchi chi sta provando a fare una battaglia di democrazia, di civiltà e di progresso cercando di difendere un’intera regione dalla compromissione ambientale accusandolo di “catastrofismo ambientale”.
Legambiente e WWF però porteranno avanti le loro azioni contro lo Sblocca Italia con la consapevolezza di fare una battaglia condivisa dalla stragrande maggioranza dei lucani che saranno quelli che subiranno i maggiori impatti delle attività petrolifere che con l’approvazione dello Sblocca Italia avranno un facile, semplice e veloce iter autorizzativo, considerando che oltre la Val d'Agri la Basilicata è interessata, in terra ferma, da 18 istanze di nuovi permessi di ricerca, 11 permessi di ricerca e 20 concessioni di coltivazione di idrocarburi che potranno interessare una vasta parte del territorio regionale, a cui bisogna aggiungere le istanze nel mare Ionio. L'applicazione dell'art.38 insomma potrebbe, in base ad un presunto interesse nazionale, condannare la Basilicata a diventare un hub energetico destinato alla produzione di petrolio a danno di ogni altra ipotesi di sviluppo, con tutti i problemi ambientali che ne conseguirebbero.
Caro presidente Pittella forse non si è accorto che i lucani ormai rifiutano rassicuranti paternalismi, ma vogliono sempre più risposte credibili e concrete da chi li governa; vogliono cioè fattibili Programmi di sviluppo, chiaramente disegnati sul territorio (Piani), che ne valorizzino le risorse e non le abbandonino a più o meno sofisticati processi di sfruttamento, addolciti da qualche "bonus" gentilmente concesso.
Queste risposte purtroppo non ci sono, non emergono. La Regione Basilicata, "regione senza piani", è da molti, troppi anni muta ed inerte: nessun Piano Paesaggistico Regionale, cornice delle "tutele" che dovrebbero salvaguardarne le risorse paesaggistico-ambientali; nessun Quadro Strategico Regionale, cornice del disegno di sviluppo e sopravvivenza della Regione, come entità-identità geografica, istituzionale, sociale; un piano energetico regionale oramai vecchio e inadeguato alla realtà che si è andata delineando negli ultimi anni. In sintesi, nessuna "visione del futuro", che non sia la rincorsa alle emergenze, di tutti i tipi.
È su questo Presidente che la vorremmo fortemente impegnata per farci vedere nell’azione politica quotidiana la rivoluzione tanto declamata quanto poco praticata, trovando la forza di resistere al ricatto romano. Oppure come sospettavamo e raccontavamo da tempo non si aspettava altro che l’ordine dal Governo a cui, per senso di responsabilità, proprio non si può dire di no!
Dopo aver fatto di tutto per difendere l’ambiente e la salute dei nostri concittadini, naturalmente.

SCUOLA

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La consultazione lanciata dal Governo su "La buona scuola" dovrebbe essere partecipata il più possibile da tutti i livelli sociali ed istituzionali perché rappresenta una reale occasione di rilancio di un nuovo patto sociale che si riuscirà a stringere solo se la legge di stabilità non dimostrerà che di fatto, sulla scuola si torna a tagliare senza un metodo e a discapito della sua qualità. Per questo segnaliamo il documento elaborato da Legambiente Scuola e Formazione, l'associazione professionale di docenti ed educatori di Legambiente che ci auguriamo possa essere utile per aprire riflessioni e percorsi comuni. Lo abbiamo intitolato “La scuola cambia se...”perché siamo sicuri che per fare una buona scuola occorre prioritariamente ripristinare buone condizioni per costruire relazioni di senso e di qualità fra docenti, ragazzi, genitori, istituzioni e territorio. Scarica il documento